venerdì 19 novembre 2010

Nightmare

Ciau! Mi scuso per non essermi fatta sentire, ma in questo periodo ho moltissimo da studiare, poi con questa storia degli esami... i prof ci fanno il lavaggio del cervello... Coomunque voglio condividere questa storia che ho scritto ieri mattina. Spero tanto vi piaccia.


La ragazza si svegliò di sopprassalto, stava sudando freddo. Il solito incubo che la tormentava: una porta davanti a lei, ad un tratto si apriva e c'era uno specchio; dall'altra parte il suo riflesso che cadeva, diventava tutto nero e rosso, un rosso vermiglio, e il pavimento si riempiva di cadaveri, anch'essi insanguinati, allora cominciava ad urlare. Quella notte sentiva che qualcosa non andava. Scese le scale e andò in cucina, prese un bicchiere e bevve un pò di latte. Sentì uno sparo provenire dal salone, ma si accorse che era la televisione dimenticata accesa dalle sorelle. La ragazza si affacciò alla finestra e notò che la luna era coperta dalle nuvole, la notte era nera come un pozzo profondo. Non c'era una stella. Dal lato destro della strada arrivò una coppia di ragazzi sulla ventina, presi per mano. Quando arrivarono davanti alla finestra della ragazza, i loro corpi esplosero e sporcarono tuttto il marciapiede. Lei si strofinò gli occhi, pensando di aver immaginato quella scena, ma non era così... Rimase paralizzata dalla paura e non riuscì neanche ad urlare. Comiciò a boccheggiare e a sventolarsi. Vide un altro ragazzo, con delle strane orecchie da coniglio e un abito nero con dei cuori ricamati sulle spalle. Si chinò e raccolse un pò del sangue dei ragazzi. Poi si avvicinò ai corpi esplosi dei due e cominciò a ridere di gusto. Si
girò e andò nella direzione opposta. La ragazza si sentì improvvisamente calma e le venne voglia di uscire e seguire quella persona. Fuori l'aria era fredda, pungente e le pizzicava le braccia, ma non se ne preoccupò molto e iniziò a correre. Lo vide fermo, che guardava l'orizzonte; a fianco a lui apparve una porta. Lei si avvicinò intimorita, senza perdere d'occhio la porta. Il ragazzo si girò a guaradarla e aprì un borsellino che teneva in mano. Estrasse una chiave argentata con un cuore rosso nel bordo. Si avvicinò a lei e aprì la porta. La ragazza si gelò. Vide uno specchio a mezz'aria, si guardò attentamente: aveva lo sguardo terrorizzato, gli occhi dilatati, i muscoli tesi. Il ragazzo-coniglio le sorrise e la spinse verso lo specchio. Lei provò a dimenarsi, ma la paura la sopprafasse, e si lasciò trascinare dall'altra parte dello specchio. L'incubo stava diventando realtà. Si ritrovò in una stanza buia. C'era un grosso tavolino intarsiato davanti a lei, con sopra una boccettina con appeso un fogliettino: Bevimi. La prese e studiò attentamente il liquido vermiglio all'interno, si decise a berla e le venne un gran mal di testa. Chiuse gli occhi e portò le mani al viso. Quando si fu calmata li riaprì e trovò attorniata da cadaveri insanguinati, pieni di tagli e senza gli occhi nelle orbite. Urlò. Qualcuno le diede un colpo alla nuca e cadde a terra, perdendo i sensi. Si svegliò in un letto caldo, morbido, che profumava di margherite. Strizzò gli occhi e vide davanti a sè il ragazzo-coniglio, che la guardava con i suoi occhi viola. «Finalmente ti sei svegliata» Aveva una voce suadente, calda. «Passiamo alle presentazioni: io sono Dorian» La ragazza parlò: «Dove sono? Perchè mi hai portata qui» «Siamo a Wonderland, mia cara. E sono molto contento che tu mi abbia seguita qui. Sai c'è voluto molto sangue per passare dallo specchio per venire a prenderti» fece una piccola pausa e le sorrise calorosamente «Mia carissima e illustrissima, Alice»



Tutta questa mia sega mentale è un chiaro riferimento ad Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò