lunedì 30 novembre 2009

mercoledì 25 novembre 2009

venerdì 13 novembre 2009

Wall-e

Hoggi ho visto wall-e per la non so quale volta, e mi è venuta voglia di mettere sue immy, spero vi piacciano. Bacini, bacioni bacetti da tappanasina!





giovedì 12 novembre 2009

Per la mia nipotina!

Ciao a todos! Oggi ho parlato con la mia nipotina e mi ha chiesto di mettere un'immagine de Alessandro Del Piero, e io [da brava zietta che sono] gliele metto. Tanto per farla felice, ne metto 2. Bacini, bacioni bacetti da tappanasina!

martedì 10 novembre 2009

Cuore d'inchiostro

Dato che è il libro che sto leggendo[e ho anche comprato oggi] in questo periodo, voglio mettere qualche pagina di Cuore d'Inchiostro:

Dita di Polvere doveva essersi nascostodietro il muro del cortile che dava sulla strada. Meggie ci si era arrampicata centinaia di volte, divertendosi a camminare in equilibro fino ai cardini arruginiti, a occhi chiusi, immaginando di passare fra le rapide spumeggianti di un fiume in piena per sfuggire a una tigre dalle pupille ambrate, in agguato fra le canne di bambù. Adesso, lì, c'era solo Dita di Polvere. Ma nessun'altra vista avrebbe potuto procurarle un simile tuffo al cuore. Saltò fuori così all'improvviso che rischiò di essere investito. Indossava solo il pullover, le braccia strette intorno al corpo per il freddo. Il cappotto doveva essere ancora bagnato; i capelli, di un biondo rossiccio come la barba, sempre tutti scompigliati sul viso segnato dalle cicatrici. Mo trattenne a stento un'imprecazione, spense il motore e scese dal pulmino. Dita di Polvere gli fece uno dei sorrisi enigmatici e si appoggiò al muro. - Dove vuoi andare, Lingua di Fata? - chiese - Non avevamo un appuntamento noi due? Già una volta mi hai fatto uno scherzetto del genere, ti ricordi? - - Lo sai perchè fretta - replicò Mo - È per lo stesso motivo di allora. - In piedi accanto allo sportello, appariva teso, come chi non vede l'ora di levarsi di torno un intruso. Ma Dita di Polvere si comportava come se non avvertisse la sua impazienza. - Potrei sapere dove sei diretto? - domandò - L'ultima volta ci ho messo quattro anni a ritrovarti, ed è mancato poco che gli uomini di Capricorno ti stanassero prima di me - concluse gettando un'occhiata a Meggie, che la ricambiò con uno sguardo ostile. Mo tacque per qualche istante prima di rispondere. - Capricorno è al Nord - disse infine. - Quindi andiamo a sud. O adesso si è accampato altrove? - Dita di Polvere fissò la strada. Nelle buche luccicava ancora la pioggia caduta durante la notte. - No, no! - si affrettò a precisare. - No, è ancora al Nord. Almeno questo è ciò che si sente in giro. E visto che tu hai evidentemente deciso di non dargli ciò che vuole, anch'io mi metto in marcia al più presto verso sud. Non intendo certo essere quello che gli riferisce la cattiva notizia! Se mi poteste portare con voi per un pezzo... sono pronto a partire! - Le due borse che tirò fuori da dietro il muro sembravano aver fatto il giro del mondo già una decina di volte. Non aveva nient'altro, a parte lo zaino. Meggie serrò le labbra. "No, Mo. Con noi quello non viene." Ma le bastò guardare un attimo suo padre per capire che lui aveva deciso altrimenti. - Dai! - insistette Dita di Polvere. - Se mi riacciuffano, che cosa vado a raccontare a Capricorno? - Aveva l'aria persa di un cane abbandonato. E per quanto Meggie si sforzasse di vedere in lui qualcosa di sinistro, alla pallida luce del mattino non riusciva a trovare niente. Tuttavia non voleva che andasse con loro. E, dall'impressione dipinta sul viso, lo si capiva anche troppo chiaramente, ma nessuno dei due uomini faceva caso a lei. - Credimi, non riuscirò a tenere nascosto a lungo che ti ho visto - proseguì Dita di Polvere. - E inoltre... - indugiò un istante prima di terminare la frase - mi devi un favore, no? - Mo abbassò la testa. Meggie vide la sua mano contrarsi sulla portiera. - Se la pensi così... - disse. - Lo ammetto. Sono in debito con te. - Sul volto tormentato di Dita di Polvere si diffuse un'espressione di sollievo. Si buttò svelto lo zaino in spalla, raccolse le borse e si avvicinò al pulmino. - Aspettate!- gridò Meggie mentre Mo gli andava incontro per aiutarlo a caricare i bagagli. - Se viene con noi, voglio sapere perchè scappiamo. Chi è Capricorno? - Mo si girò verso di lei. - Meggie... - esordì con quel tono di voce che lei conosceva bene e che voleva dire: "Non fare la sciocca. Dai, smettila." Ma la ragazzina aprì la portiera e saltò giù. - Maggie, maledizione! Sali! È ora di andare. - - Solo se mi dici perchè. - Mo fece per afferrarla, ma lei gli sgusciò fra le mani e corse fuori al cancello. - Perchè non me lo dici? - urlò. L via era completamente deserta, come se al mondo non ci fossero altre persone all'infuori di loro. Si era alzato un vento leggero. Le soffiava lieve sul volto e faceva stormire le fronde del tiglio che si ergeva sul ciglio della strada. Il cielo era sempre più grigio e cupo. - Voglio sapere che sta succedendo! - gridò Meggie. - Voglio sapere perchè ci svegliamo alle cinque e perchè non vado a scuola. Voglio sapere se ritorneremo e chi è questo Capricorno. - Quando lo nominò, Mo si guardò in giro come se lo sconosciuto che lui e Dita di Polvere temevano evidentemente così tanto, potesse spuntare all'improvviso. Ma non comparve nessuno, e Meggie in quel momento era troppo furiosa per farsi spaventare da qualcuno di cui conoceva solo il nome. - Finora mi hai sempre detto tutto - continuò. - Sempre. - Mo restò in silenzio per qualche secondo. - Ognuno di noi ha i suoi piccoli segreti - disse infine. - E adesso sali. È ora di andare. - Dita di Polvere squadrò con aria incredula prima lui e poi la ragazzina. - Non le hai raccontato niente? - mormorò. Mo scrollò il capo. - Ma qualcosa le devi pur dire! In fondo non è più una bambina. E poi è pericoloso per lei non sapere nulla. - - Lo è anche saperlo - ribattè Mo. - E non cambierebbe niente. - Meggie era sempre in mezzo alla strada. - Ho sentito tutto - strillò. - Che cosa è pericoloso? Non vengo se non me lo dite. Mo taceva ancora. Dita di Polvere lo scrutò indeciso per un attimo, poi posò a terra le borse. - Va bene. Allora ci penso io. - Lentamente si avvicinò a Meggie. D'istinto lei fece un passo indietro. - L'hai già incontrato anche tu - le spiegò Dita di Polvere. - Tanto tempo fa. Non ti ricordi perchè eri troppo piccola - disse, tenendo le braccia abbassate a dimostrare che non intendeva farle alcun male. - Come ti posso spiegare chi è? Se tu vedessi un gatto divorare un uccellino caduto dal nido, probabilmente piangeresti, no? O cercheresti di salvarlo. Ecco, Capricorno, invece, glielo darebbe in pasto di propsito per vedere come viene dilaniato. Lo sbattere affannoso delle ali, i suoi pigolii disperati... se li gusterebbe come miele da sciogliersi in bocca. - Meggie indietreggiò incespicando, ma Dita di Polvere avanzò ancora verso di lei. - Suppongo che tu non ti diverta a terrorizzare le persone fino a farle tremare così forte da non reggersi più in piedi. Ebbene, non c'è cosa al mondo che dia più piacere a Capricorno. E, malauguramente, tuo padre possiede qualcosa di cui lui vuole impossessarsi a tutti i costi. - Meggie fissò Mo, na lui se ne restava là, davanti a lei, senza dire una parola. - Capricorno non sa rilegare i libri come tuo padre - proseguì Dita di Polvere. - Non ha particolari capacità. Solo una: quella di incutere terrotre. E in questo è un maestro. Vive di questo. Anche e credo non abbia la minima idea di cosa significa sentirsi paralizzare dall'orrore, essere così spaventati da sentirsi piccoli piccoli. Sa invece molto bene come evocare e seminare la paura intorno a sè. Nelle case, nei letti, nel cuore e nella mente delle persone. I suoi uomini la diffondono come annunci di morte che fanno scivolare sotto gli usci, nelle cassette della posta, che affigono sui muri e sulle porte. E, a un certo punto, comincia a trasmettersi da sola, subdola e fetida come la peste. - Dita di Polvere era ormai così vicino a Maggie che la sfiorava. - Capricorno ha tanti sgherri - soggiunse piano. - Alcuni sono con lui da quando erano bambini, e se ordinasse loro di taglirti un orecchio o il naso, lo farebbero senza batter ciglio. Amano vestirsi di nero come i corvi. Solo il comandante, sotto una giacca nera come la pece, porta una camicia bianca. E se dovessi imbatterti in qualcuno di loro, ti consiglio di farti più piccola che puoi. Se avrai fortuna non ti vedranno. Capito? - Meggie annuì. Non riusciva quasi a respirare da tanto le batteva forte il cuore. - Posso compredere che tuo padre non ti abbia mai raccontato di lui - concluse Dita di Polvere guardando Mo. - Anch'io se avessi dei figli, preferirei parlare di persone buone e gentili. - - Lo so che non esistono solo quelle! - protestò Meggie, non riuscendo a impedire che la sua voce fremesse di rabbia. E, forse, anche di sgomento. - Ah, davvero? E come? - Eccolo di nuovo quel sorriso indecifrabile, triste e, al contempo, arrogante. - Hai mai avuto a che fare con un vero cattivo? - - Ho letto di loro. - Dita di Polvere scoppiò a ridere. - Ah, certo, è praticamente la stessa cosa. - Il suo sarcasmo bruciava come le ortiche sulla pelle. Si chinò su Meggie e la fissò dritta negli occhi. - Ti auguro di continuare a incontrarli solo nelle tue letture - mormorò.